Spesso si parla di modernità e di antico nella musica sacra e liturgica. Per riflettere sui connotati del tempo e della musica liturgica e sacra abbiamo avuto la fortuna di cantare all’interno delle Grotte di Frasassi, presso il comune di Genga (AN) nelle Marche. Il concerto si è tenuto domenica 9 aprile 2017 e ha previsto brani di polifonia alternata al canto gregoriano.

“Omnibus hominibus et omnibus aetatibus, omnique sexui naturaliter musicam esse coniunctam, nulli, qui semetipsum intelligit, dubium est”

Già, proprio il canto gregoriano. Seppure composto oltre mille anni fa, lo abbiamo letteralmente accostato a formazioni calcaree che hanno invece milioni di anni. Questo fa capire che la percezione del tempo e del sacro nell’uomo sono condizioni assai complesse (e forse oggi un po’ limitate).

L’esperienza è stata, tra le tante altre cose, l’occasione per sentire questa vicinanza della musica anche in contesto così unico. La dimensione delle grotte è quella dell’eterno, si perdono all’istante i riferimenti dello spazio e del tempo. Tra i milioni di metri cubi della grotta più grande d’Europa, il suono vibra con un’acustica magnifica.