Come quei che va di notte
Il 25 giugno 2022 alle ore 21 presso l’Abbazia dei Santi Pietro e Paolo ad Abbadia Cerreto, in provincia di Lodi, si è tenuto un nostro concerto.
Il titolo che abbiamo scelto richiama uno tra i versi più celebri della Divina Commedia di Dante Alighieri. Quello di Purgatorio XXII, 69 quando Dante, rivolgendosi al poeta latino Stazio, ne dichiara la preveggenza con una bellissima metafora:
Facesti come quei che va di notte,
che porta il lume dietro e sé non giova,
ma dopo sé fa le persone dotte.
Non è solo quindi la suggestione dell’ora serale in un luogo di grande bellezza come Abbadia Cerreto ma anche la capacità di illuminare il tragitto che caratterizza la solennità del 24 giugno, dedicata alla nascita di San Giovanni Battista, il precursore. All’asceta di Gerusalemme, uno dei massimi profeti anche secondo il Corano, è dedicato l’inno liturgico che avrebbe dato i nomi delle note come oggi li conosciamo: l’inno ut queant laxis.
Il programma del nostro concerto è stato il seguente:
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Den Tod niemand zwingen kunnt
dalla Cantata BWV 4 Christ lag in Todesbanden
Tomas Luis da Victoria (1548-1611)
Taedet animam meam
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Messa a 4 voci da cappella. Kyrie
Claudio Monteverdi
Messa a 4 voci da cappella. Gloria
Canto gregoriano, Graduale
Fuit homo missus a Deo
Claudio Monteverdi
Messa a 4 voci da cappella. Credo
Canto gregoriano, Offertorio
Gloria et honore
Claudio Monteverdi
Messa a 4 voci da cappella. Sanctus
Claudio Monteverdi
Messa a 4 voci da cappella. Agnus Dei
Atrr. Joao IV del Portogallo (1605-1656)
Crux fidelis
Johann Sebastian Bach
O Jesu Christ meins Lebens Licht BWV 118b
Al concerto è intervenuto anche il Vescovo di Lodi Mons. Maurizio Malvestiti, presente ad Abbadia per festeggiare l’anniversario di sacerdozio di don Marcello Tarenzi, amministratore parrocchiale di Abbadia Cerreto.
Queste le parole sagge e affettuose del vescovo al termine del concerto:
Desidero ringraziare di cuore il Coro San Bartolomeo di Brugherio e il suo direttore Raffaele Deluca. Subito mi ricordate la chiesa del mio battesimo che è dedicata a S. Bartolomeo e quindi sono partito già con un atteggiamento di favorevole accoglienza ma devo dire non avete smentito con le esecuzioni che ci avete donato, la vostra arte, la vostra ispirazione, l’idea dei canti, l’unità dei testi che avete ricevuto dalla tradizione della più alta musica. Ma volevo venire anche per porgere gli auguri al mio confratello don Marcello Tarenzi che proprio oggi quarantacinque anni fa è diventato sacerdote. E noi preti e anche i vescovi siamo proprio “come quei che va di notte” ma sappiamo di una luce, una luce sempiterna che è quella pasquale e allora sappiamo di dover camminare sempre, perché questa luce non è solo nostra e si spegnerebbe per noi se non l’adorassimo tutti. Voi questa sera ci avete donato un po’ di questa luce, commuovendoci e attraendoci all’eterno. E mi sovvien l’eterno come la Maestà di Duccio fa pensare Mater sancta Dei / sis causa Senis requiei sis Ducio vita te quia / pinxit ita. E avete definito questa luce con queste vostre esecuzioni. Siamo come quei che va di notte e la luce sappiamo che c’è, sappiamo di doverla attingere nella liturgia e voi avete percorso una Messa con tutte le parti dell’Ordinario e poi qualche contributo preso dalla figura di Giovanni Battista, il suo Graduale e l’Offertorio. Noi preti sappiamo che nel Battista troviamo l’amico dello Sposo, che è un nostro modello, ma ieri abbiamo celebrato il Sacro Cuore e oggi il Cuore immacolato di Maria, non c’era migliore occasione, non c’era miglior contesto liturgico per il quaranticinquesimo di don Marcello e quindi è preludio del cinquantesimo, perché cinque anni passano in fretta, e dovete tornare, e magari fare la risurrezione anche perché l’apice di quest’ incontro è il Crux fidelis il canto della domenica di Passione. Crux fidelis inter omnes arbor una nobilis. Per noi preti la grande ispirazione è il crocifisso che vedete davanti a noi e quindi mi permetto di parlare come fratello e come pastore rivolgendomi a voi e anche a tutti i partecipanti, la fedeltà è come la speranza. La speranza cristiana è contro ogni speranza che non delude e così la fedeltà, fedeltà contro ogni infedeltà e non deluderà perché possiamo attingere una forza che ci supera, dalla fedeltà di Cristo fino alla croce. Come quei che va di notte, quindi siamo partiti con la Divina commedia, ho citato il cuore immacolato di Maria, ho citato la speranza, non possiamo mancare di concludere pensando alla Vergine madre figlia del tuo figlio / umile e alta più che creatura / termine fisso d’etterno consiglio […] Qui sei a noi meridiana face / di caritate e giuso intra i mortali / sei di speranza fontana vivace. E anche fontana vivace di fedeltà. Grazie di cuore a tutti e auguri al mio confratello.