Il periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo è certamente un periodo difficile. Non soltanto per le notizie di morte che affliggono tutto il mondo, ma anche per il silenzio della musica fatta insieme. In questo silenzio è impossibile non sentire la voce di un grande desiderio che di sicuro fa rimpiangere lo studio, la Messa, i concerti. Le soluzioni fino ad ora trovate, come quella di incontrarsi su skype per incontri o lezioni individuali, sono belle, anche emozionanti, ma niente può sostituire il gusto di fare musica insieme, la “nostra” musica sacra. E forse per questo non c’è ancora un programma che permetta facilmente prove corali in rete. Con tutta probabilità, in questa nuova era in cui stiamo entrando, proprio alcune parole a volte dimenticate come “insieme” e “collaborazione” diventeranno concetti importanti per la “ripartenza”. Lo possiamo capire bene, come coro, e come uomini e donne. Nel frattempo al nostro maestro (in piena crisi per la mancanza di prove) non resta che esercitarsi in uno dei suoi poeti preferiti: Dante Alighieri.

Ecco una sua lettura a memoria di un canto della Divina Commedia, il XXXIV dell’Inferno.

La lettura è stata fatta il 25 marzo 2020, in occasione del Dantedì.