Nell’oncologia medica dell’Ospedale San Gerardo di Monza, dove svolgo la mia professione, da molti anni è attiva la onlus don Giulio Farina. Don Giulio Farina fu cappellano dell’ospedale dal 1984 al 1990, anno in cui morì di tumore. Condividendo questo doloroso percorso, si rese conto dei bisogni e dei desideri dei pazienti oncologici e prima di morire fondò un’associazione che ancora oggi li sostiene e li accompagna in molti modi: trasporto casa-ospedale per le terapie mediche, formazione di volontari che fanno accoglienza nel day hospital, sostegno economico di figure professionali che lavorano all’interno del reparto. Con l’obiettivo di raccogliere fondi un appuntamento fisso è diventato il concerto  di Natale. Il 2 dicembre 2017 il nostro coro in collaborazione con l’Orchestra dell’Assunta in Vigentino ha cantato la Missa Brevis di Haydn nella chiesa di San Biagio a Monza.

Abbiamo raccolto gli applausi per un evento ben riuscito, e offerte per l’associazione.

Sempre nel tempo di Natale, da alcuni anni abbiamo pensato di raggiungere i pazienti donando loro un momento musicale proprio nel reparto di oncologia. Nel pomeriggio, dopo il riposo dei pazienti, e presente l’associazione Don Giulio con un piccolo buffet, abbiamo cantato alcuni tra i più noti brani della tradizione natalizia. Oltre ai pazienti degenti, portati fuori dalle camere dagli infermieri, molti loro parenti ci hanno raggiunto riempiendo il piccolo atrio colorato.

In questo particolare contesto abbiamo visto e percepito e provato noi stessi molta commozione. I brani che stavamo cantando, brani cosiddetti “classici” del tempo natalizio, ascoltati dai pazienti e dai loro cari in un momento incerto e faticoso delle loro vite, assumeva una forza evocativa struggente. Abbiamo raccolto tanti ringraziamenti da parte del nostro “pubblico”: magari non esperto ma certamente partecipe dell’emozione che trapelava dalle note.

In entrambe le esperienze, il concerto in San Biagio e il momento musicale nel reparto di oncologia, il coro ha voluto farsi vicino ad una realtà di sofferenza. È d’altronde noto il legame che unisce la musica al sollievo nelle situazioni difficili, anche del dolore umano. La musicoterapia nei suoi vari aspetti, come l’ascolto di certa musica in alcune tipologie di reparto, sono oggi una realtà che trova riscontro anche in molta letteratura medica. Come cantori noi stessi sperimentiamo sensazioni di benessere dopo il canto: anche dopo una giornata faticosa, resistendo alla pigrizia che ci farebbe stare a casa, se andiamo alle prove la fatica sparisce per far posto ad una rigenerazione delle energie.

Per concludere, un po’ sorridendo, come medico e cantante, mi sento di affermare che il canto e la musica – fatta, ascoltata, interagita- FANNO BENE ALLA SALUTE.

Raffaella