A scuola dai Tallis Scholars
Nonostante siano passati molti anni, ricordo ancora molto bene quel pomeriggio di inizio primavera con un bel cielo azzurro e l’aria frizzantina.
Mi chiamò il maestro e mi propose di incontrarci per un caffè. Dopo qualche chiacchiera arrivò subito al dunque. Mi propose di partecipare al 3° International Rimini Choral Workshop dal 25 luglio al 1° agosto 2004.
Lì per lì non capii subito cosa mi stesse proponendo: incredulità, stupore, curiosità, paura…..
Ad essere sinceri, non avevo la minima idea di cosa significasse.
Mi spiegò a grandi linee di cosa stessimo parlando e, pian piano, si fece strada il desiderio che questa proposta si concretizzasse. I dubbi e le paure iniziali lasciarono il posto a quello che, per un cantore, è la cosa più naturale – il piacere di cantare insieme -.
Era stimolante pensare di poterlo fare con persone sconosciute che arrivavano da ogni parte d’Europa e anche da oltre oceano e di poterlo fare diretti da un grande professionista quale è Peter Phillips, il direttore dei Tallis Scholars, uno dei complessi più affermati nel mondo e specialisti di musica rinascimentale.
In concreto significava provare il repertorio (che ogni corista doveva conoscere) dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18 – full immersion per intenderci – e un concerto finale in una chiesa di Rimini a conclusione della settimana.
In un attimo decisi: ok maestro, ci sto!
Nei giorni successivi formalizzai l’iscrizione, cominciai a guardare il repertorio e a studiare: Palestrina, Byrd, Josquin, canto gregoriano… una meravigliosa montagna di musica.
Certo, ogni tanto qualche dubbio si insinuava ancora, non ultimo la difficoltà della lingua. Col mio inglese scolastico non sarei andata oltre il “ciao, come ti chiami, da dove vieni, come stai……” e questo poteva rappresentare un ostacolo a rapportarmi col gruppo e col direttore, ma alla fine anche questa paura svanì. Andavo a Rimini per cantare e questo era quello che contava. In fondo il linguaggio della musica è universale e quindi, parlando la stessa lingua, ci saremmo capiti benissimo. Sarebbe stata inoltre l’occasione per incontrare persone che condividevano la stessa passione e stringere legami di amicizia che poi sono durati nel tempo.
Rimini, alla fine di luglio, era una città quasi deserta, il caldo insopportabile. Ci spostavamo in bicicletta per andare dall’albergo al luogo delle prove e la giornata, nonostante tutto, passava velocemente.
Non eravamo mai sazie di cantare. Coglievamo ogni attimo di pausa per ripassare il repertorio focalizzando l’attenzione su qualche passaggio particolarmente impegnativo. Ricordo in particolare i momenti dopo la pausa pranzo, prima di riprendere le prove oppure la sera dopo cena prima di andare a dormire.
È stata una esperienza indimenticabile che ho condiviso col maestro e con un’altra corista, Patrizia e che ho replicato anche nel 2005 e nel 2007 in compagnia di una terza corista, Raffaella.
Un ricordo indelebile è legato all’edizione del 2007. In quell’occasione gli organizzatori ci avevano regalato una piacevolissima sorpresa: la settimana sarebbe cominciata il sabato a Roma dove, nel pomeriggio della domenica, dopo un paio di prove dei brani in programma, era prevista la celebrazione della Santa Messa in San Pietro con la partecipazione del coro diretto da Peter Phillips.
In conclusione, il Choral Workshop è un’esperienza che auguro a tutti i coristi di provare e un grazie al maestro per avermi offerto questa opportunità.
Antonia.